Ultimo Aggiornamento 29.10.2004 - Revisione 0.0.1.0
Trovare un documento.
È questa una delle operazioni quotidiane svolte da chi lavora in
archivio.
Se è vero che l'informatica ha accorciato i tempi di rinvenimento
dei documenti, aumentando quindi l'efficienza del lavoro, è anche vero
che un sistema rigoroso, strutturato in base al vincolo archivistico,
mette al primo posto il repertorio dei fascicoli e il principio di
provenienza, riuscendo ad avere sempre ottimi risultati in termini di
efficacia ed efficienza, anche in assenza di un software di information
retrieval.
Eppure, proprio l'introduzione dell'informatica, preceduta però da
una puntuale analisi del sistema informativo ad essa sotteso, impone di
creare regole e procedure standard nell'inserimento, nella modifica e
nell'aggiornamento dei dati.
Nel protocollo informatico ci sono due campi che richiedono la massima cura nella loro strutturazione: l'indirizzo (mittente per la posta in arrivo e interna, e destinatario per la posta in partenza) e l'oggetto.
Prima dell'introduzione del nuovo protocollo informatico, l'Archivio
Generale di Ateneo dell'Università degli Studi di Padova ha ritenuto
prioritaria l'elaborazione di criteri standard per la creazione
dell'anagrafica (sull'oggetto e sulla soggettazione in archivistica
avremo modo di riparlarne).
Sono infatti a tutti ben evidenti i disagi e gli errori causati da
un inserimento alluvionale e non coordinato di nomi e indirizzi in una
banca dati.
Gli effetti più evidenti di una mancata normalizzazione sono da un
lato la proliferazione di doppioni, dall'altro l'esito incerto - e per
certi versi fuorviante - della ricerca basata sulla presunta
correttezza dell'anagrafica stessa.
Ad es., con il vecchio protocollo informatico, il Ministero
dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologica è stato
memorizzato nel corso degli anni in molti modi diversi, anche da uno
stesso operatore. Ne riportiamo solo alcuni:
È evidente che questo modus operandi crea solo confusione.
Chi ricerca un documento sa che non c'è nulla di peggio del
convincimento che un documento non esista sulla base di una ricerca
sbagliata.